Alle cinque del mattino

Cinque del mattino, sono svegliato da una sottile lama di sole che penetra dalla finestra, lasciata aperta  per poter dormire con la frescura notturna.

Cerco di riprendere sonno ma nulla da fare. Mi giro e rigiro inutilmente ma quella maledetta "lama" insiste finché non mi decido.

Apro la porta del terrazzo e l'aria del mattino, rinforzata da un refolo di vento, mi sveglia completamente.

E, come mio solito, inizio a ricordare.

Un albergo d Wolinsky, in Russia, dove avevo dovuto pernottare per alcuni giorni in attesa che si liberasse un posto nel nostro "campo di lavoro".

La stanza che mi avevano assegnato era rivolta ad est e, pertanto, esposta al primo sole del mattino. Nessuna imposta, una leggera tenda si frapponeva ai raggi mattutini del sole.

Forte dell'esperienza, vissuta pochi mesi prima, mi ero attrezzato procurandomi una copertina distribuita ai passeggeri del Jumbo Boeing 747 diretto a Tokio con scalo a Mosca. Leggera e con dimensioni adattabili alle finestre degli hotel russi.

Avevo risolto il problema con un piccolo escamotage ingegnoso. Non avevo comunque risolto quello dei numerosi "gracchi" che alle prime luci solari iniziavano il coro musicale.

Pazienza. Era una questione di pochi giorni che si sarebbe comunque sistemata.

Ricordo la cameretta stretta, sufficiente a contenere un letto e una piccola scrivania, e un bagno con i tubi dell'acqua arrugginiti e tanti piccoli insetti (che noi chiamavamo "fuochisti", non so perché !) che correvano su piastrelle chiaramente datate.

La cameriera addetta la piano, che non ho mai avuto il piacere di conoscere considerato che iniziava il suo turno  dopo la mia uscita dall'hotel, era molto ordinata, forse anche sollecitata dal mio "dollaro" lasciato distrattamente sulla scrivania e immancabilmente sparito la sera al mio rientro.

E la copertina, lasciata sulla finestra, rimaneva al suo posto.

Cinque del mattino, pensieri che vanno a tempi lontani e che la leggera brezza sul terrazzo di casa riporta alla memoria.

Si accavallano con altri ricordi, relativamente più recenti e con altri sfondi.

L'alba sul deserto egiziano, vista dal parapetto di un battello che naviga sul Nilo, oppure quella sulla statua della Libertà, osservata dall'Hotel Nikko a Parigi al pont de Grenelle sull'Allée des Cygnes, un'isola sulla Senna. Una replica della statua di New York, colossale e arcinota, che campeggia sull'entrata del porto.

Una sensazione di pace, tranquillità, nell'affrontare gl'impegni quotidiani, mentre il mondo, il mio mondo, ancora dorme.

Un merlo lancia un fischio, nel silenzio sembra una sassata. Al suo fischio inizia il concerto degli piccoli abitanti degli alberi tutt'intorno. Mi pare il direttore d'orchestra che da inizio alla sinfonia.


La sensazione di essere il privilegiato che gode di quell'orchestra nel silenzio del primo mattino, mentre il risveglio di altri sarà all'insegna dell'immancabile e rituale frenetica immersione nelle vicende umane.

22/06/2017

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